20 Settembre 2021

A Bologna per parlare di economia collaborativa

SardexPay come strumento di ripresa, fiducia e reciprocità nell’economia a sostegno dell’inclusione finanziaria per le PMI. Qual è il suo apporto nell’economia collaborativa e come crea valore per le imprese? A queste domande abbiamo provato a rispondere il 9 settembre a Bologna, nel corso del nostro evento “SardexPay, l’economia è collaborazione“.

Eravamo in ottima compagnia, con imprenditori, investitori, economisti e docenti universitari che hanno parlato di reti, di rimbalzo economico, di sostenibilità e di un modo più autentico e sano di far crescere l’economia nazionale.

 

Ecco gli interventi del primo panel, moderato da Filomena Greco de Il Sole 24 Ore, “Reti collaborative per la ripresa“:

Franco Contu, co-founder e direttore commerciale SardexPay: “Far parte di una rete porta a relazioni più solide e diamo la possibilità di mettere a valore tutta la capacità inespressa di un’impresa, abbattendo le spese euro”. Guarda qui il suo intervento

Luca Fantacci economista e docente presso l’Università Bocconi Milano: “L’economia collaborativa propone delle forme che mettono al centro la relazione, non in maniera volontaristica, ma strutturale. Sul fronte della finanza alternativa il nostro paese mostra un’Italia in buona posizione.Però o problemi che affliggono i nostri sistemi economici dipendono da una moneta che si sottrae al suo compito: dovrebbe sostenere gli scambi e gli investimenti e questo non accade, perché viene tesaurizzata. SardexPay dà accesso al credito alle imprese, ma ha anche il pregio di dare alla moneta una forma che la mantiene in circolazione, e risponde ad un’esigenza concreta, quella di creare una domanda”. Guarda qui il suo intervento

Laura Sartori docente all’ Università di Bologna, ha messo in luce gli aspetti sociali di SardexPay, “Una moneta complementare è una nicchia di innovazione territoriale. La caratteristica di SardexPay è collaborazione radicata nel territorio, di costruire una comunità in cui si crea fiducia si riesce a creare una sinergia”. Perché oggi “non basta solo la capacità imprenditoriale, ma anche un clima collaborativo e un’idea di costruzione di comunità e di governance sempre più condivisa”. Guarda qui il suo intervento.

Carlo Mannoni di Fondazione di Sardegna e presidente SardexPay confida in una diffusione sempre più nazionale: “Sardexpay è un formato che vale in più territori. Non è solo legato a momenti di crisi, ma è una quinta marcia, è un meccanismo accelerato, e questo è interessantissimo per le pmi. È un moltiplicatore in un momento di rilancio”. Guarda qui il suo intervento.

 

Ha esordito nel secondo Panel “Investimenti di valore“, il nostro CEO Marco De Guzzis.

Per dare un’idea dell’impatto di SardexPay nell’imprenditoria italiana ha sottolineato: “Arriva a 200 milioni il valore di beni e servizi scambiati l’anno scorso delle aziende iscritte a SardexPay. Di questi 200 milioni, 123 milioni li hanno regolati utilizzando la nostra #monetacomplementare; quindi liquidità in più per le imprese”. Ha aggiunto “Siamo la seconda moneta complementare in Europa per dimensione, ma il nostro obiettivo è far crescere la nostra economia nei territori, incontrando e lavorando in sinergia con partner locali”. Guarda qui il suo intervento.

Gianluca Dettori Presidente Primomiglio SGR: “SardexPay nasce per essere una gamba che è sempre mancata nell’economia. Il mondo occidentale deve pensare oggi a cos’è il valore. La risposta spesso è “quanto ho nel conto corrente in banca”. Ma il paradosso della moneta è che assume un valore quando te ne liberi: il valore si crea quando l’economia gira. Per SardexPay aver sterilizzato il concetto di tesaurizzazione crea valore”. Guarda qui il suo intervento.

Non di solo #SardexPay si è parlato nel corso dell’evento, ma di realtà connesse a noi che operano con la stessa consapevolezza economica e sociale.

Maria Elena Rossi, di ENIT Agenzia Nazionale del Turismo, ha raccontato le sfide del turismo nella condizione post pandemica. “La filiera è fatta da tanti piccoli attori che per esistere devono mettersi in rete tra di loro. La vera sfida è conciliare crescita con sostenibilità: pubblico (territorio) e privato (imprese) devono marciare insieme. Il turismo rappresenta un campo di sperimentazione di nuovi modelli, per ritornare sui nostri valori territoriali, evitando di arrivare l’overtourism nei borghi e riscoprendo nuovi valori della “città”. Guarda qui il suo intervento.

Marta Testi ha raccontato quanto Elite lavori per connettere al capitale le pmi italiane. Il problema, in effetti, non è la mancanza di capitali presenti in modo consistente in forme di risparmio, ma di piattaforma di incontro tra domanda e offerta. Elite rappresenta proprio una piattaforma per connettere capitali e pmi, “aiutando queste ultime a capire bene il loro business e agli investitori a scovare le eccellenze in Italia”. Guarda qui il suo intervento.

A concludere Anna Fasano, presidente di Banca Etica “La finanza dev’essere strumento e non fine a se stessa. Quando parliamo di economia collaborativa non possiamo pensare a compartimenti stagni. La sostenibilità dev’essere un sistema integrato che tenga presente di inclusione finanziaria, sociale, di sostenibilità ambientale”. Guarda qui il suo intervento.

La serata ha proseguito con un buffet nella cornice del Palazzo de’ Toschi, in cui è stato ancora più piacevole fare networking e scambiare idee e progetti insieme.